venerdì 24 aprile 2009

Risultati del test sull'Impronta Ecologica

Cari ragazzi,
vi spiego come pubblicare i vostri risultati del test sull’Impronta Ecologica direttamente nel nostro blog.

Innanzitutto, prima di fare il test vi chiedo di leggere attentamente le spiegazioni su cosa calcola il test e come si esprime il risultato. Per intenderci, quello che viene spiegato qui:

http://www.myfootprint.org/es/about_the_quiz/what_it_measures/

Una volta finito il test, osservate il grafico sulla vostra "impronta ecologica in ettari globali per categoria di consumo" (il totale e le 4 categorie: carbonio, alimenti, alloggio, beni e servizi).

I risultati che però vi chiedo di pubblicare sono:
- la vostra impronta ecologica totale
- le Terre di cui ci sarebbe bisogno se tutti avessimo le stesse impronte ecologiche vostre.
Troverete tutti e due i valori alla fine della tabella che appare se cliccate su VISTA DE TABLA.

Per inserire il tutto nel blog:
- andate in fondo al post sull’Impronta Ecologica
- cliccate su commenti (o il link equivalente nella lingua del vostro pc)
- scrivete i vostri risultati e, accanto, i valori della media nazionale
- cliccate su commenta come e selezionate Nome/URL
- inserite il vostro nome (solo il nome, per favore / se in classe vostra avete compagni con il vostro stesso nome, aggiungete l’iniziale del cognome); non inserite niente nel campo URL
- cliccate su posta commento (o il bottone equivalente nella lingua del vostro pc).

Buon lavoro!

Michele

Altre immagini sul terremoto in Abruzzo

Pubblico altre immagini sul terremoto in Abruzzo che mi sono state mandate da Indira.
Come sempre, cliccate sopra per ingrandirle.

La storia dele cose

Ciao tutti!
Ho trovato un video interessantissimo sull'ecologia ed il consumismo. Lo volevo condividere con voi perché si parla di molti temi visti in classe, come l'inquinamento, le risorse, lo sfruttamento eccessivo di queste e le relative conseguenze.
Il video è condotto da Annie Leonard, una studiosa dell'ambiente e dei problemi di salute, che spiega l'impatto del consumismo e delle economie globali sull'ecologia. Negli ultimi due decenni Annie ha fatto un grande sforzo per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sulla sostenibilità ambientale e sui problemi di salute derivati dall'intervento umano sul pianeta. Quest'ultimo progetto,
La Storia delle Cose, parla dei materiali globali economici e del loro impatto sull'economia, l'ambiente e la salute.
Buona visione!

Indira







giovedì 23 aprile 2009

Uno scudo di gas contro l'effetto serra

Eccovi un altro interessantissimo articolo che parla di una possibile soluzione per l'effetto serra, ma anch'essa avrebbe delle conseguenze...

Martina

ROMA — Immaginatevi una nebbia fatta da goccioline di biossido di zolfo, un composto chimico prodotto naturalmente durante le eruzioni vulcaniche. Però, una nebbia artificiale, sparsa apposta nell'alta atmosfera col proposito di ridurre il riscaldamento globale. Ebbene, questa specie di antidoto dei gas serra potrebbe far scendere rapidamente la febbre climatica della Terra. In altri termini, l'uomo, da una parte, continuerebbe a pompare nell'aria anidride carbonica a tutto spiano, attraverso centrali elettriche, fabbriche e automobili, riscaldando il pianeta; dall'altra pomperebbe biossido di zolfo spray per raffreddarlo. L'idea è di alcuni fisici dell'atmosfera, fra cui i noti premi Nobel Paul Crutzen e Thomas Schelling. In questi giorni, torna con prepotenza alla ribalta e diventa addirittura la cover story del settimanale Newsweek. Perché? Semplice, perché l'impegno a tagliare le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra appare sempre più oneroso e i Paesi che dovrebbero attuarlo sempre più riluttanti. Stati Uniti e Cina, i due maggiori inquinatori mondiali, continuano a restare fuori dagli obblighi di Kyoto. E degli altri 40 Paesi aderenti, più della metà continua ad aumentare le emissioni, piuttosto che ridurle.

PROGETTO PINATUBO - E allora si torna a prendere in considerazione il «Progetto Pinatubo», per raffreddare il nostro pianeta. Alcuni lo chiamano così un po' per scherzo, un po' perché è stato proprio durante l'eruzione di quel vulcano filippino, nel giugno 1991, che ci si rese conto dell'efficacia del biossido di zolfo come febbrifugo planetario. In quell'occasione, infatti, il Pinatubo, assieme a lave e lapilli, scaraventò in aria 20 milioni di tonnellate di biossido di zolfo, una frazione delle quali arrivò fino alla stratosfera, fece il giro del mondo e rimase lì per mesi. Ogni minuta goccia di quel composto chimico, spiegano i fisici dell'atmosfera, si comporta come uno specchietto riflettente che rimanda indietro nello spazio una parte della radiazione solare. Risultato: nel giro di un anno dopo la grande eruzione filippina, la Terra si raffreddò di mezzo grado. Pensate che l'effetto serra umano, per aumentare le temperature di un grado, ci ha messo un secolo. «Con l'attuazione degli accordi di Kyoto per la riduzione dei gas serra, l'idea di progettare un intervento di geo-ingegneria per raffreddare il pianeta era stata abbandonata — spiega Michael Oppenheimer, climatologo di Princeton, che sta preparando un nuovo rapporto su questa opzione per conto dell'Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti —. Ma ora ricominciamo a prenderla in considerazione, per lo meno sotto il profilo speculativo». Lui non lo dice ma, in pratica, c'è chi sta pensando anche ai modi di spargere la sostanza raffreddante per mezzo di aeroplani, missili o altissime ciminiere e con investimenti centinaia di volte inferiori, almeno così si assicura, rispetto ai costi di Kyoto. Come ogni medicina, però, anche la geo-ingegneria a base di biossido di zolfo avrebbe le sue controindicazioni: distruzione assicurata dello strato di ozono con aumento dei raggi X sulla Terra; pericolo di scatenare una piccola era glaciale; e, sul fronte politico, fuga catastrofica dagli impegni di riduzione dei combustibili fossili. Gli effetti collaterali della cura sarebbero peggiori della malattia.

Il surriscaldamento globale prosciuga i grandi fiumi

Salve ragazzi! Vi propongo una lettura che parla della diminuzione d'acqua dei fiumi. I dati sono stati raccolti fra il 1948 e il 2004. Tra i più minacciati, i grandi corsi d'acqua alimentati dall'Himalaya.
Buona lettura!

Martina

MILANO – Le acque del Po ingrossate e gli smottamenti di alcuni fiumi italiani, in questi giorni, non traggano in inganno. Secondo uno studio del National Center for Atmospheric Research (NCAR), in Colorado, i fiumi più estesi del mondo, dal Niger, in Africa, al Gange, in India, al Fiume Giallo, in Cina, sono a rischio inaridimento. In più di 50 anni hanno continuato a perdere portata e adesso le popolazioni che abitano intorno alle rive di questi imponenti corsi d’acqua, rischiano la povertà, non potendo più provvedere a cibo e a risorse idriche sufficienti. Per contrasto, nelle regioni intono all’Oceano Artico, i canali aumentano per lo scioglimento dei ghiacci circostanti, ma in misura minore. Lo studio rivela che nella maggior parte dei casi, il fenomeno dell’inaridimento è associato ai cambiamenti climatici, che alterano le precipitazioni e aumentano il tasso di evaporazione. In pochi casi, alle industrie sorte come funghi sulle sponde e all’agricoltura, che si approvvigiona dai fiumi.

LA MAPPA DEL RISCHIO - Gli scienziati hanno esaminato la portata dei corsi d’acqua dal 1948 al 2004 e hanno formulato una mappa del rischio, che evidenzia cambiamenti significativi in circa un terzo dei fiumi più grandi del mondo. Il rapporto fra i corsi che perdono acqua e quelli che aumentano la propria emissione è di 2,5 a 1. Sono stati analizzati i flussi dei 925 fiumi più grandi del mondo durante 56 anni e complessivamente è stato scoperto che in media ogni anno, lo scarico di acqua fresca nell’Oceano Pacifico diminuisce del 6%, pari a 526 km cubici (circa lo stesso volume d’acqua che annualmente scorre nel fiume Mississippi). Invece, l’emissione annuale nell’Oceano Indiano ha avuto un crollo del 3%, ovvero 140 km cubici di acqua. Viceversa, nell’Oceano Artico i fiumi scaricano il 10% in più di acqua, pari a 460 km cubici. L’impatto dello scioglimento Alcuni corsi d’acqua, come il Brahmaputra, nel sud dell’Asia, o lo Yangtze, in Cina, mostrano un incremento stabile della portata. Tuttavia, avvertono gli studiosi, questi fiumi potrebbero subire la stessa sorte di impoverimento delle acqua, visto che i ghiacciai dell’Himalaya, che finora li hanno rinvigoriti, stanno perdendo volume.
Il primo autore della ricerca, il professor Aiuguo Dai della NCAR, ha commentato: «Il fenomeno è preoccupante, perché il bisogno di acqua aumenta in tutto il mondo, specialmente in queste popolazioni a forte incremento demografico». Rincara la dose il coautore della ricerca, Kevin Trenberth: «Se il fenomeno dei cambiamenti climatici continuerà nei prossimi decenni, così come sembra, ci dovremo preparare a un preoccupante impatto sulle risorse d’acqua per queste popolazioni».

mercoledì 22 aprile 2009

Geosistema, deforestazione e desertificazione, Global Change

Ciao a tutti!
Ho fatto tre piccole ricerche su argomenti che stiamo studiando in classe, e che mi sono sembrati interessanti. Uno di essi è la definizione di geo-sistema; un altro è quello relativo alla deforestazione e la desertificazione. L'ultima delle ricerche parla del Global Change, o del cosidetto Cambiamento Globale. Vi propongo, dunque, delle brevi definizioni.
Buona lettura!

Mora


Geosistema

Dalla parola geosistema si intende un insieme di ecosistemi (parola derivata dal greco, eco = ambiente; sistema = determinata parte di terra che è in equilibrio al suo interno). Ogni ecosistema ha caratteristiche proprie, sia il clima, sia la flora, sia la fauna, fra altre cose.

Deforestazione e desertificazione

La deforestazione è la tala indiscriminata degli alberi (la gente li tala gli alberi per sopravvivere; dunque, da lì può ricavare fuoco, carta, legno di costruzione, ecc.). Ma le conseguenze principali sono l’estinzione di moltissime specie ogni giorno e la produzione di anidride carbonica causata dagli incendi.
La desertificazione può intendersi sia come un fenomeno naturale che artificiale.
Questo fenomeno è provocato naturalmente dalla temperatura; artificialmente, invece, (provocato dall’uomo) avviene a causa della sovrappopolazione e del sovrapascolo.

La seconda immagine rappresenta una cartina degli attuali deserti nel mondo (clicca sopra per ingrandirla).



Global Change

Il cosiddetto Global Change, o Cambiamento Globale, è dovuto alla brusca variazione del clima a causa dell’effetto serra. Quest’ultimo consiste nel riscaldamento da parte dei raggi solari che vanno verso la Terra; alcuni sono assorbiti, invece altri sono respinti dall'atmosfera. Alcuni di questi ultimi se ne vanno al di là della Terra, mentre i primi sono trattenuti dai gas serra (come ad esempio l’anidride carbonica = CO2) generati dalle persone (spesso dalle fabbriche, oppure dagli incendi che emanano questi gas serra). Questo provoca la radicalizzazione del clima, cioè fa sì un normale stravolgimento del clima in un determinato ambiente si intensifichi e diventi un fenomeno permanente.

Vulcani sottomarini

Ciao a tutti!
Anche se a qualche settimana di distanza dall'eruzione del vulcano sottomarino a Tonga, ho pensato di proporvi un approfondimento sul fenomeno dei vulcani sottomarini.
Buona lettura!

Indira

I vulcani sottomarini sono delle aperture, al di sotto delle acque marine, dalle quali può fuoriuscire magma. L'esistenza di vulcani sottomarini è stata dimostrata più di un secolo fa allorché vennero individuati, per mezzo di scandagli, nel corso della spedizione attorno al mondo effettuata negli anni 1872-1876 dalla nave britannica Challenger. Ma ancor prima, nel 1649-1650, una eruzione di tipo esplosivo del Kolumbo, un vulcano sottomarino del Mare Egeo, uccise 70 abitanti della vicina isola di Santorini, svelando drammaticamente l'esistenza di vulcani al di sotto delle acque.
Gli studi oceanografici sono stati incrementati enormemente nella seconda metà del XX secolo e i moderni sonar multibeam hanno permesso di migliorare enormemente l'accuratezza delle rappresentazioni del fondale oceanico. Numerosi vulcani sottomarini sono stati scoperti attorno al 1980 per mezzo di un sistema sonar a visione laterale, chiamato GLORIA, trainato da una nave oceanografica vicino alla superficie, che riusciva a coprire un'area molto vasta del fondo oceanico, una fascia larga da 36 a 50 chilometri in un solo passaggio. Nonostante l'aumento delle conoscenze avvenuto negli ultimi decenni, molti aspetti relativi al vulcanismo sottomarino sono ancora poco conosciuti.
Un laboratorio naturale che ha permesso di studiare la trasformazione di un vulcano sottomarino in isola è rappresentato dall'isola di Surtsey che, posta alla profondità di 130 m sotto il livello delle acque, in seguito a vistosi fenomeni vulcanici di tipo esplosivo emerse il 14 novembre 1963 a largo della costa meridionale dell'Islanda. Dopo tre anni e mezzo, quando cessarono gli eventi effusivi (5 giugno 1967) l'isola aveva raggiunto l'estensione di 2,7 km²; da allora, tuttavia, la sua superficie viene continuamente ridotta dall'attività erosiva esogena. Il territorio privo di vita della neonata isola permette lo studio importantissimo delle successioni ecologiche e pertanto ne è stato tassativamente vietato l'approdo a tutti fuorché agli studiosi autorizzati i quali devono tuttavia attenersi a rigidi protocolli osservativi.

domenica 19 aprile 2009

Calcoliamo la nostra impronta ecologica

Ecco un'altra segnalazione, stavolta sull'argomento di cui abbiamo parlato venerdì in classe: l'impronta ecologica, concetto teorizzato da M. Wackernagel e W. E. Rees. Si parla logicamente di sostenibilità ambientale e di calcolo di «quanta parte della Terra» ha bisogno ciascun individuo.
All'interno della pagina (in spagnolo ma, se volete, avete anche la possibilità di consultarla in inglese) potete trovare informazioni, riflessioni e un test personale da fare per quantificare la vostra impronta ecologica lasciata sulla Terra (il calcolo si basa sul Paese in cui si vive, il cibo che si mangia, la casa in cui si abita, i rifiuti che si producono, i mezzi con i quali ci si sposta). Vale a dire, semplificando parecchio, la quantità di terra necessaria per produrre energia, alimenti e altri beni e per assorbire i rifiuti e l’inquinamento da noi prodotti.
Vi consiglio di farlo, perché è veramente impressionante!
Ciao ciao!

http://www.myfootprint.org/es/

Michele

giovedì 9 aprile 2009

Cronaca del terremoto in Abruzzo

Buongiorno a tutti!
Eccovi una breve sintesi della tragedia avvenuta in questi giorni in Abruzzo: un terribile terremoto. Spero che questo vi renda un po’ più chiara la situazione.
Aggiungo anche un video perché possiate vedere l’orribile momento che stanno attraversando i cittadini, in che modo stanno vivendo e com’è rimasta la città de L'Aquila.

http://www.youtube.com/watch?v=Ju-GOLvrGbE

Ciao e buona lettura!

Paula


TERREMOTO IN ABRUZZO, IL RACCONTO DELLA TRAGEDIA

6 APRILE 2009 C’è stata una forte scossa di terremoto (5.8 gradi della scala Richter), con epicentro al confine tra Lazio e Abruzzo che ha provocato crolli e seri danni a L'Aquila e provincia (i Comuni colpiti dal sisma sono stati 26). Si parla di oltre 150 morti, 1.500 feriti, 70.000 sfollati. Molti sono stati i dispersi, 60 estratti vivi dalle macerie. Il lavoro dei soccorritori, che scavano anche con le mani, è frenetico. Il sindaco de L'Aquila ha invitato tutti i concittadini a lasciare il centro storico. Negli ultimi giorni di marzo Giampaolo Giuliani, tecnico e ricercatore presso il laboratorio nazionale di fisica del Gran Sasso, aveva sostenuto che lo sciame sismico che ha caratterizzato le ultime settimane poteva essere il preannuncio di un evento più forte, quello che poi si è verificato nella notte tra domenica e lunedì. Di Giuliani si era detto che "si divertiva" a spargere notizie infondate ed allarmi ed è stato accusato di "procurato allarme".

7 APRILE 2009 E’ arrivato a tradimento, in piena notte, alle 3:32, spietato e terrificante. Ha ridotto in macerie case, palazzi e chiese, ha lesionato ospedali, caserme, università e si è scatenato con violenza contro migliaia di persone inermi, che dormivano. Ha distrutto vite, ha annientato speranze. Sono più di 150 i morti causati dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo, 2000 i feriti, centomila i senzatetto. «La più grave sciagura del millennio», l’ha definita Guido Bertolaso. Sono 100 le persone estratte vive dalle macerie, però la situazione più drammatica è nel capoluogo e in alcune delle sue frazioni, come Onna, quasi rasa completamente al suolo, e Paganica, dove sono già state registrate numerose vittime.

8 APRILE 2009
Il terremoto porta con se finora 272 morti. I funerali saranno venerdì e fino a domenica continueranno le ricerche. Domani arriva il Presidente della Repubblica, Napolitano, poi il Papa. 19.58 - Nuova scossa di magnitudo 3.2. La nuova scossa è stata avvertita nella zona compresa tra L'Aquila, Pianola, Poggio di Roio e Scoppito. Il 100% del patrimonio artistico e culturale dell'Aquila e della zona del cratere è lesionato o in gravi condizioni ed è a rischio anche la memoria della città. Non si è salvato praticamente nulla nella città delle 99 Cannelle, famosa anche per le 55 Chiese. Per quanto riguarda le tendopoli, è stato fatto uno "sforzo straordinario" con 2.962 tende installate, che hanno accolto 17.772 persone.

9 APRILE 2009
Sono 281 i morti e 1.600 i feriti che il terremoto ha causato finora. 17:18 - Nuova scossa nell'aquilano, con epicentro nella zona compresa fra Possa, San Panfilo d'Ocre e Sant'Eusanio Forconese pari a 3.2 punti della scala Richter. 16:19 - Ha raggiunto magnitudo 2.5 della scala Richter la scossa di terremoto avvertita a L'Aquila alle 16:19. L'epicentro è stato localizzato tra il capoluogo abruzzese e il comune di Pietra Camela. Lo riferisce il Dipartimento della Protezione Civile. L'epicentro dello sciame sismico si è spostato in una zona più a nord de L'Aquila e questo impensierisce i geologi, preoccupati per il nuovo fronte del sisma. L'Enel rassicura sulla tenuta della diga di Campotosto: "Non c'è alcun pericolo". Continuano disperate le ricerche, si scaverà fino a domenica. Il bilancio: 281 morti (due ancora da identificare), 1.600 feriti e 29 mila sfollati. «Circa 110 milioni di euro saranno necessari per la ricostruzione e per la riorganizzazione delle scuole abruzzesi danneggiate dal terremoto», è quanto ha annunciato il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini.

domenica 5 aprile 2009

Viva la biodiversità!

Ciao a tutti!
Visto che quando abbiamo parlato in classe di biodiversità e delle migliaia di specie animali e vegetali presenti sul nostro pianeta qualcuno di voi si è meravigliato di quante esse possano essere, ho pensato di proporvi la lettura di questo articolo.
Si parla solo dell'Italia, ma immaginate le dimensioni del discorso, moltiplicandolo per il resto del pianeta...
Come sempre, buona lettura!

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/viva-la-biodiversita/2077128&ref=hpsp&ref=rephpsp5


Michele